PARLIAMO DI… DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO (DSA):
CHE COSA SONO?
PARLIAMO DI… DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO (DSA):
CHE COSA SONO?
“Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi uno stupido”
Albert Einstein
Conosciuto con l’acronimo DSA, il Disturbo Specifico dell’Apprendimento fa parte dei disturbi del neurosviluppo.
Ha esordio durante gli anni di formazione scolastica ed è caratterizzato da persistenti e progressive difficoltà nell’apprendere le abilità curriculari di base e con un rendimento scolastico non sempre soddisfacente.
La principale caratteristica di questa categoria è proprio la “specificità”; il disturbo infatti interessa uno specifico e circoscritto dominio di abilità indispensabile per l’apprendimento lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Ciò significa che per avere una diagnosi di DSA, l’individuo non deve presentare deficit di intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali o neurologici.
MA QUALI SONO?
Si riconoscono principalmente 4 sottocategorie di DSA, che sono:
È importante sapere che è possibile fare diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento a partire dalla fine del secondo anno della scuola primaria. L’unica eccezione è per il disturbo di discalculia, per cui è possibile fare diagnosi solo a partire dalla fine del terzo anno di scuola primaria.
I CAMPANELLI D’ALLARME NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
È possibile ritrovare alcuni campanelli d’allarme già a partire dall’ultimo anno della scuola dell’infanzia.
Nel caso, è importante intervenire in un’ottica preventiva, con lo scopo non di “curare” un disturbo neurobiologico, ma ridurne o eventualmente ritardarne l’impatto e rendere il più sereno possibile il percorso scolastico dell’individuo.
Alcuni campanelli d’allarme che ritroviamo nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia sono:
- Persistenza di difficoltà nella pronuncia corretta di parole, con sostituzione e/o omissione di suoni (come ad es. a posto di “scopa” dice “copa”);
- Difficoltà nei giochi con le parole (come ad es. segmentazione e fusione sillabica, riconoscimento delle rime, riconoscimento della sillaba iniziale delle parole, discriminazione di parole con caratteristiche uditive simili, ecc);
- Impaccio e goffaggine a livello della motricità grossolana;
- Difficoltà nell’impugnare lo strumento grafico correttamente;
- Impaccio nell’esecuzione di attività di motricità fine (come ad es. infilare delle perline, ritagliare, abbottonare o sbottonare una camicia, colorare, ect).
E QUINDI… COME RICONOSCERLO NELLA SCUOLA PRIMARIA?
È tuttavia possibile ritrovare alcuni caratteristiche nella scuola primaria che ci possono far sospettare delle difficoltà negli apprendimenti.
Questa descrizione, ovviamente, non si sostituisce ad un percorso multidisciplinare ed un inquadramento diagnostico, ma può essere utile per genitori o insegnanti per avere in mente le caratteristiche di ciascun disturbo ed essere in grado di comprendere se vi sono i presupposti per proporre un approfondimento clinico.
Andiamo pertanto ad identificare per ciascun disturbo le sue possibili manifestazioni:
HO RICONOSCIUTO ALCUNE DI QUESTE CARATTERISTICHE IN MIO FIGLIO, ADESSO COSA FACCIO?
Se nel leggere questo articolo avete ritrovato alcune caratteristiche di vostro figlio, non allarmatevi!
Innanzitutto, il mio consiglio è quello di parlare dei vostri dubbi con l’insegnante di classe in modo da condividere insieme i vostri dubbi, le vostre perplessità e sicuramente vi saprà indirizzare verso lo specialista più opportuno.
In caso di sospetto disturbo specifico dell’apprendimento è necessario, infatti, un inquadramento diagnostico da parte di un’equipe multidisciplinare (psicologo, logopedista, neuropsicomotricista, neuropsichiatra infantile, ect). Non allarmatevi da questa lista; alcune consulenze sono necessarie ed obbligatorie (come il neuropsichiatra infantile, lo psicologo e il logopedista) mentre altre vi verranno consigliate dai professionisti anche in base al profilo di funzionamento di vostro figlio.
Potrete affrontare questo percorso sia tramite il servizio di competenza territoriale (ASL) che privatamente; in entrambe le situazioni le relazione che vi verranno rilasciate hanno un valore sia nel percorso diagnostico che affronterete sia come supporto per un’eventuale stesura del Piano Didattico Personalizzato (PDP).
Sebbene il percorso possa apparire lungo, faticoso e costoso sia in termini economici che di energia, per il buon successo e raggiungimento degli obiettivi è necessario che si crei intorno al bambino una rete di specialisti che collabori in sinergia con la scuola e la famiglia, al fine di promuovere uno sviluppo armonico e sereno del bambino e del suo vissuto scolastico.
Numerose sono le fonti presenti in rete ma è necessario saper riconoscere quelle più attendibili. Per maggiori informazioni vi rimando al sito ufficiale dell’Associazione Italiana Dislessia (AID) e dell’Associazione Italiana per la Ricerca e l’Intervento nella Psicopatologia dell’Apprendimento.
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